Dopo il commento "a caldo" in notturna (ogni volta che ripenso all'altra notte, a come mi sentivo...divento felice in automatico
) voglio provare a fare anch'io un'analisi del brano un po' più completa.
Il testo: è un momento di autobiografia pura.
E' l'omaggio che questo artista, preso nel vortice di una frenetica estate fitta di impegni e fatta di città, bar, alberghi che cambiano ogni giorno, rivolge alla donna amata, lontana si fisicamente, ma presente nei pensieri, nelle parole, nelle piccole cose (quel
"sotto la polvere che è lì appiccicata ai libri" è il mio cult personale....).
E' un amore solido, temprato, certo (io ti troverò).
E, se si esula dai fatti biografici a noi ben noti, sono anche d'accordo con chi dice che il testo si presti ad una chiave di lettura più "universale".
L'interpretazione: questa mezza voce un po' sporca all'inizio (il "sussurrato sospiroso" di Pensiero Stupendo al concerto di Cerreto, come direbbe la nostra Sweet), che poi torna cristallina ma sempre sussurrata e alla fine esplode in tutta la sua bellezza, potenza, intonazione, estensione in quel crescendo finale e chiude di nuovo sussurrata e leggermente sporca.
Matteo Becucci usa la sua voce prodigiosa e duttile in 3 modi diversi nello stesso brano: c'è gente che la usa sempre uguale in 10, 100, 1000 brani.
L'arrangiamento: è superlativo. Quel "tappeto" di accordi con il pianoforte e quegli archi prodigiosi orchestrati dal maestro Fabbri su cui si adagia il cantato, con gli innesti di chitarra acustica (da "ti cercherò" fino al primo "io ti troverò" e sulla chiusa finale) e di violoncello (da "che girando" a "lascio ogni mattina").
Hanno fatto un lavoro veramente superbo, un piccolo gioiello.
P.S. Mi azzardo a fare una scommessa su di chi sono le mani sulla tastiera del pianoforte, le mani sulla chitarra acustica, e le mani sul violoncello.
Ma sì che l'avete capito: io scommetto per la triade delle tre C: Cristiani-Ceccanti-Cabrera.
Quando compreremo il CD vedremo se ho azzeccato.
Edited by Spica1 - 24/10/2009, 08:59