Un concerto con una scaletta equamente divisa tra pop e jazz, con “Everything Must Change”
a fungere da trait d’union tra i due mondi. Un’idea vincente, probabilmente maturata alla luce delle precedenti esperienze con il Minijazz, che ho gradito assai e che, sotto sotto, auspicavo prima del concerto.
Anche se non sono un’amante del genere, l’altra sera, a Camaiore, ho apprezzato Matteo anche nella sua veste jazz, perché fondamentalmente, mi piace (quasi) tutto ciò che Matteo fa sul palco
.
Per metabolizzare questo genere di repertorio, è stato fondamentale, per me, il fatto di averlo potuto ascoltare in un teatro (“sembra un barattolo di gelato!!” cit. Matteo
), ambiente privo di inquinamento acustico da stoviglie tintinnanti o da chiacchiericcio conviviale
. Oltre alla voce di Matteo, imprescindibile, ho apprezzato gli arrangiamenti, la composizione della scena (gli strumenti erano belli anche da vedere oltre che da ascoltare
), la scelta dei brani. Molto intensa l’esecuzione di “The very thought of you”. Il brano che mi è piaciuto di più della parte jazz.
Per la parte pop, che mi è più congeniale e familiare all’ascolto, invece, ho trovato clamorose “Bohemian Rapsody” (parte iniziale + parte finale) e “Fare a Meno di Te” (solo voce e pianoforte). Da brivido entrambe
. Sorprendente, invece, “Impossibile”
: mi rendo sempre più conto che rende davvero bene con gli arrangiamenti più disparati. Tanto mi era piaciuta in acustico a Empoli, altrettanto mi ha sorpreso l’altra sera con l’arrangiamento per pianoforte, contrabbasso e tromba. E’ come il vino…invecchiando migliora e si adatta a tante diverse situazioni
. Non l’avrei mai pensato!
“Cioccolato Amaro e Caffè”: ormai è sindrome
…quel testo sembra essergli diventato indigesto…chissà mai perché…bah
??. Sarebbe forse opportuno lasciarla decantare un po’ per non bistrattare ogni volta quel testo con silenzi inopportuni.
Unico neo della parte pop: “Era di Maggio”…
spiace dirlo
, ma eseguita subito dopo quel capolavoro di esecuzione che è stata di Bohemian Rapsody, l’ho trovata proprio fuori posto
… come collocazione in scaletta e come arrangiamento/esecuzione. L’unica di cui avrei fatto veramente a meno. Sicuramente utile e funzionale alla causa radiofonica, ma in un live con sonorità pop/jazz…anche no
!
“More than words”, finalmente centrata nella tonalità e nell’arrangiamento
. Bella.
Fragile bella, ma forse un po’ più approssimata di altre esecuzioni, anche molto recenti, in cui era stata memorabile. Per tutto il resto c’è Youtube!
Resta comunque forte e imprescindibile, per me, l’esigenza di ascoltarlo in qualcosa di nuovo, di diverso, di suo. Auspico che stia lavorando ad un qualche progetto musicale proprio, confidando che questo possa essere esportato al di fuori degli usuali limitati confini geografici. In tal senso, sapere che a Maggio succederà qualcosa è già, di per sé, una notizia. Spero di non rimanere delusa.
Questa è stata clamorosa
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